Polimeri provenenti da risorse rinnovabili e utilizzati in sostituzione delle plastiche tradizionali derivate da petrolio.
Si tratta di plastiche lavorabili con i tradizionali processi di stampaggio ad iniezione, termoformatura, blow molding (soffiaggio) ed estrusione, con costi paragonabili e a volte competitivi rispetto a quelli delle plastiche tradizionali.
I prodotti ottenuti sono inoltre caratterizzati da buone proprietà fisico-meccaniche e presentano una processabilità del tutto simile a quelli realizzati con le plastiche derivate dal petrolio.
La produzione è disponibile con resine al 100% da amido di mais, tapioca e patata.
Questi polimeri hanno ottenuto la certificazione come prodotto biodegradabile e compostabile negli Stati Uniti e in Europa, assolvendo ai requisiti del BPI (Biodegradable Products Institute) per la compostabilità (ASTM 6400 D99 and ASTM 6868) e a quelli di European Bioplastics EN 13432.
I livelli di temperatura necessari per la loro lavorazione sono inferiori rispetto a quelli richiesti per le plastiche tradizionali, con conseguente riduzione dei costi energetici.
Sono disponibili anche resine ibride costituite da un mix di resine derivate da petrolio e da risorse rinnovabili.
Mentre i polimeri a derivazione completamente naturale vengono usati prevalentemente nel settore del packaging alimentare (film, vaschette, bicchieri, posate, cannucce), le resine ibride si applicano al settore automotive, elettronico, medicale, del giocattolo e della cosmesi.
(PO2639)