Polimeri a cristalli liquidi.
Sono utilizzati per realizzare parti di alta precisione, con spessori sottili o che operano in ambienti ad alta temperatura.
Sono chiamati ‘a cristalli liquidi’ perché mantengono la loro struttura molecolare cristallina anche in fase liquida; al contrario i polimeri semi-cristallini, una volta portati a fusione, perdono la struttura cristallina per recuperarla in parte dopo essersi raffreddati.
Questa particolarità dei polimeri a cristalli liquidi e la facilità con cui le molecole allo stato fuso scivolano una sull’altra, portano a valori di viscosità molto bassa che li rende quindi adatti a riempire cavità sottili e replicare percorsi intricati.
Offrono basso o quasi nullo ritiro nella direzione del flusso e solidificano in brevissimo tempo.
Questo permette di avere cicli di stampaggio brevi.
Una volta stampati, sono molto rigidi, resistenti al calore (tra -196°C e +280°C), all’ossidazione, all’assorbimento d’acqua e a molte sostanze chimiche.
Grazie alla loro struttura risultano intrinsecamente ritardanti di fiamma (classe V0 secondo la UL94).
Presentano elevata stabilità dimensionale e basso coefficiente di espansione termica.
In molte applicazioni, sostituiscono metalli e ceramiche.
Sono disponibili nella versione non caricata, soprattutto adatta all’estrusione, o in quella caricata: fibre di vetro, fibre di carbonio, cariche minerali e altre ancora sono aggiunte per migliorare alcune proprietà (meccaniche, tribologiche, antistatiche) o per introdurne di nuove (es.
conducibilità termica o elettrica).
Le principali applicazioni sono nel settore automotive, elettrico, medicale, dell’ICT e domestico.
Alcuni esempi di prodotti sono portalampade e prese di corrente, bobine, interruttori, connettori, porta chip e sensori, strumenti chirurgici, strumenti dentali, piatti sterilizzabili e attrezzature, sistemi di erogazione farmaci, strumenti diagnostici, teglie e pentole).
(PO2667)