Biopolimeri termoplastici ottenuti da risorse rinnovabili a base poliestere.
La base di questo materiale è un biopolimero (PHB) presente in tutti gli organismi viventi.
Molti batteri producono PHB in grandi quantità come materiale di riserva energetica (invece del grasso, dell’olio, o dell’amido) per cui non è tossico ed è totalmente biodegradabile.
I prodotti ottenuti con questi polimeri risultano impermeabili anche dopo una prolungata esposizione all’acqua e al vapore; per tale motivo questi materiali risultano adatti per quelle applicazioni a contatto con acqua.
Risultano anche abbastanza resistenti al grasso, agli olii e al calore, e possono essere trasparenti.
Un vantaggio di questi biopolimeri è che possono essere sterilizzati in autoclave a 121°C o 132°C mantenendo la forma originale.
Grazie a questa proprietà e al fatto che non sono tossici, si possono imballare merci deperibili, in questi biopolimeri, rendendo possibile la sterilizzazione per aumentarne il grado di conservazione.
Tale polimero ha proprietà termoplastiche e può essere lavorato con i comuni macchinari utilizzati per la lavorazione delle materie plastiche sintetiche e può essere iniettato o estruso.
Nella fusione si comporta come i polimeri liquidi cristallini (LCP).
Questo materiale può essere degradato dall’umidità; poiché l’idrolisi potrebbe considerevolmente abbassare la qualità del prodotto finito, è necessario pre-asciugare il masterbatch prima dell’iniezione o dell’estrusione.
Questo materiale trova applicazioni nel settore biomedicale come protesi e nel settore del packaging alimentare.
(PO2592)